19 Luglio 2019 avavowebagency

Fake News cosa sono e come riconoscerle

Tenpo di lettura: 4 minuti

COSA SONO LE FAKE NEWS?

Spesso negli ultimi tempi, soprattutto con la costante crescita dei social media, sentiamo sempre più spesso parlare di Fake news. Oggi cercheremo di far chiarezza sull’argomento dandovi anche qualche consiglio su come riconoscerle…

Il termine inglese fake news significa appunto “notizie false” e indica articoli redatti con informazioni inventate, o distorte,resi pubblici con l’intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione. Tradizionalmente a veicolare le fake news sono i grandi media, ovvero le televisioni e le più importanti testate giornalistiche, ma con l’avvento di Internet, soprattutto con la condivisione sui principali social è aumentata notevolmente anche la diffusione di notizie false.

Negli ultimi tempi l’espressione “fake news” è stata utilizzata per indicare fenomeni molto diversi tra loro: errori di stampa, bufale, teorie complottiste,la diffusione di notizie non verificate, le informazioni false lanciate da siti messi on-line per generare profitti da click-baiting. (click-baiting in italiano “acchiappa click”, è un termine che indica un contenuto web la cui principale funzione è di attirare il maggior numero possibile d’internauti, per generare rendite pubblicitarie online)

Claire Wardle, è direttrice di First Draft, non-profit dedicata alle sfide che l’era digitale pone in termini di fiducia e veridicità. È stata direttrice di ricerca al Tow Center for Digital Journalism), senior social media strategist all’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite e director of news service a Storyful. Wardle è una delle principali esperte mondiali di user generated content. Claire Wardle ha individutao sette diversi modi di fare disinformazione per poter riconoscere una sorta di grammatica delle fake news:

  1. Collegamento ingannevole: quando titoli, immagini o didascalie differiscono dal contenuto.
  2. Contenuto ingannatore: quando il contenuto viene spacciato come proveniente da fonti realmente esistenti.
  3. Contenuto falso al 100%: quando il contenuto è completamente falso, costruito per trarre in inganno.
  4. Contenuto manipolato: quando l’informazione reale, o l’immagine, viene manipolata per trarre in inganno.
  5. Manipolazione della satira: quando non c’è intenzione di procurare danno, ma il contenuto satirico viene utilizzato per trarre in inganno.
  6. Contenuto fuorviante: quando si fa uso ingannevole dell’informazione per inquadrare un problema o una persona.
  7. Contesto ingannevole: quando il contenuto reale è accompagnato da informazioni contestuali false.

Per spiegare perché vengono creati questi contenuti Claire Wardle ha elaborato uno schema che incrocia i sette modi di fare disinformazione con otto possibili motivazioni, che possono spiegare perché tali contenuti vengono prodotti: propaganda, profitto, influenza politica e interesse particolare. A queste, Wardle ne aggiunge altre quattro: faziosità, cattivo giornalismo, parodia, provocare o prendere in giro.

Esistono più elementi a favorire la diffusione dei contenuti. Quattro canali sono i principali:

  1. Una parte è condivisa involontariamente sui social da persone che, senza una verifica approfondita, rilanciano o ritwittano informazioni inaccurate o false.
  2. I contenuti amplificati dai giornalisti, che devono diffondere informazioni emerse dal web e dai social in tempo reale.
  3. Gruppi vagamente collegati tra di loro che tentano di influenzare l’opinione pubblica.
  4. Altri elementi che sono prodotti da campagne sofisticate di disinformazione attraverso reti di Bot e fabbriche di troll.

Possiamo affermare che le fake news sono vere e proprie notizie false che vengono create appositamente ed utilizzate come strumenti strategici per aumentare il proprio prestigio o per attirare attenzione negativa verso altri. Basta che siano notizie, insomma, anche se infondate. Meglio poi se clamorose, perché, certe o non certe, qualcosa di sicuro riescono a generarlo, e la maggiori parte di volte si tratta di introiti, diretti o indiretti.

COME RICONOSCERE UNA FAKE NEWS

Di seguito cercheremo di darvi alcuni consigli per riconoscere una Fake news

  • Non ti fidare dei titoli “URLATI”

Le notizie false spesso puntano su titoli attraenti in MAIUSCOLO con punti esclamativi. Se vi sembrano titoli scioccanti e incredibili, probabilmente lo sono davvero.

  • Controlla bene l’indirizzo del sito

Se l’indirizzo Url della notizia vi sembra improbabile o simile (ma non uguale) a quello di una testata conosciuta, potrebbe essere una bufala.

  • Verifica SEMPRE la fonte

Da chi è stata scritta la storia? Assicurati che l’autore o la fonte abbiano una reputazione riconosciuta. Se arriva da una testata o un ente strano, vai sul loro sito per capire se siano affidabili.

  • Verifica se la notizia è riportata anche da altri siti

Se nessun’altra fonte ATTENDIBILE riporta la stessa notizia, allora la storia potrebbe essere falsa. Se invece è riportata da più siti autorevoli, la notizia è probabilmente vera.

  • Fai attenzione anche alle foto

Spesso le notizie false contengono foto ritoccate. Alcune potrebbero anche essere autentiche, ma vengono presentate fuori dal loro contesto. Sei hai dubbi prova a cercare la foto per vedere da dover arriva.

  • Alcune storie sono intenzionalmente e palesemente false

Pensa con lucidità alle notizie che leggi: condividi solo quelle che ritieni credibili.

CHI CONDIVIDE MAGGIORMENTE UNA FAKE NEWS?

La domanda che tutti ci poniamo è: Ma chi diffonde le fake news?

“Nonostante l’interesse nel fenomeno delle notizie false, sappiamo molto poco su chi effettivamente le condivide”, ha dichiarato Joshua Tucker, professore di politica alla New York University, “un nuovo studio fa un primo passo in questa direzione”.

L’indagine è stata condotta dai ricercatori della del Laboratorio di social media e partecipazione politica (SMaPP) della New York University e Princeton University durante la campagna elettorale che ha visto Donald Trump diventare presidente degli Stati Uniti. Un campione di 1.300 intervistati ha accettato di fornire i propri commenti sui post, inclusi i collegamenti esterni ad altri siti. La scoperta? I nonni sono il principale motore delle fake news.

Se infatti meno del 9% ha condiviso su Facebook collegamenti con i siti riconosciuti essere divulgatori di “false notizie”, questo comportamento era sproporzionatamente comune tra le persone oltre i 65 anni: in particolare, solo il 3% di quelli di età compresa tra i 18 e i 29 anni lo faceva rispetto all’11% della Terza Età.

Lo studio non ha tratto una conclusione sul motivo per cui gli utenti over 65 su Facebook hanno maggiori probabilità di condividere bufale, anche se i ricercatori indicano due possibili teorie: la prima è che le persone anziane, che si sono avvicinate a internet più tardi, mancano delle competenze di alfabetizzazione digitale delle loro controparti più giovani; la seconda è che le persone sperimentano il declino cognitivo mentre invecchiano, divenendo quindi più vittime di fake news.

CONCLUSIONE

Ora vorremmo concludere dicendovi una cosa molto importante. Lavorando nel mondo del web da tanti anni sappiamo quali sono le potenzialità di questo mondo e quali possono essere le conseguenze della condivisione di massa di notizie false. In questi ultimi anni purtroppo molto spesso la cronaca ci ha messo davanti alla realtà dei fatti e abbiamo visto come,soprattutto tra i più giovani, condividere e rendere virali contenuti diffamatori o non reali può avere conseguenze anche tragiche.

CONTROLLATE SEMPRE LA VERIDICITÀ DELLA NOTIZIA CHE STATE PER CONDIVIDERE E SE VI ACCORGETE CHE È FALSA E DIFFAMATORIA NON CONDIVIDETE!!
Tenpo di lettura: 4 minuti
Perchè sceglierci?
Per lavorare insieme e creare qualcosa di significativo e di valore

Indirizzo

Via Quarto Negroni,19
Ariccia (RM)

Telefono

Email

info@avavo.it

P.iva 13325971003